corpo mimetico

fotografia analogica 1999

DETTAGLI TECNICI
Proiezioni di immagini sul corpo
1 proiettore diapositive
Macro della pittura

Il Corpo conserva le tracce della storia individuale, come un palinsesto dove solo l’individuo possiede le chiavi.
Le infinite esperienze si possono ritrovare come sopravvissute ed allo stesso tempo incise nella nostra pelle. Come poter allora fluidificare gli spazi ed alleggerire i Corpi?
Quando il corpo si spoglia delle sue forme e delle sue caratteristiche per vestirsi di un altro spazio, quello dell’immagine proiettata, la proposta è di eliminare il limite della “chiusura” dove la pelle stabilisce la frontiera tra ciò che è dentro e fuori di noi.
La luce dell’immagine proiettata diventa allora il linguaggio per iscrivere nel corpo nuovi segni e giocare con le deformazioni dello spazio e delle sue dimensioni.

Color print, fotografia analogica, 2005, Paris.

Fotografia analogica Cibachrome, 2003, London.
Foto selezionate realizzate a partire dal 1999

Quando rivedo queste immagini, leggo tutto ciò che c’è dentro…
Cercare dietro le immagini che si mostrano quelle che si nascondono, come per guardare all’interno delle cose, guardare se stessi e portarle in superficie.
Come tatuati i ricordi s’incarnano ed il Corpo diventa schermo a sensazioni!
Nello scatto aspetto che il corpo della persona davanti a me perda i confini e che l’immagine proiettata sia evidente.
Ricerco la trasparenza tra i corpi e la proiezione, la sovrapposizione dell’uno sull’altro al punto dove è più difficile riuscire a sapere chi configura, appare o impressiona l’altro.
Per me è come essere nella camera oscura del laboratorio fotografico dove il corpo è supporto impressionato dalla luce e lo scatto ferma questo processo.
Amo il clic della macchina fotografica quando riesco a rivelare altri spazi!

Mettersi a nudo è come scavare dentro di sé…
Cedere al cambiamento e far riemergere tutto ciò che non è immediatamente percettibile.
Ci si guarda dentro…
…ed in questo tutti in modo singolare con la propria espressività mi hanno dato qualcosa.
Alla fine devo essere onesta, sono loro che hanno creato l’immagine e quell’ambiente, è grazie alla trasparenza del loro porsi che ho potuto riconoscere degli aspetti che mi hanno fatta fermare.

Foto a colori che ho sviluppato personalmente in laboratorio tra il 2005 ed il 2006 sovrapponendo sotto l’ingranditore più negativi per cui l’impressione sulla carta fotografica resta un’azione unica dando origine ad un pezzo unico ed irripetibile in quanto non esiste negativo corrispondente all’immagine impressa.

Fotografia analogica stampa ai sali d’argento da negativo.
Carta: Kodak Professional Supra Endura 30,5 x 40,6 cm Fujifilm Fujicolor Crystal Archive Paper 30,5 x 40,6 cm Fujifilm Fujicolor Crystal Archive Paper 17,8 x 24,0 cm
Pellicola: Fujifilm Fujicolor Superia 400 Pellicola Fotografica

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